Vino, olio e cultura: l'Italia dei Sommelier!
La Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell'Olio torna in presenza e in tutta Italia sancisce il binomio inscindibile tra patrimonio culturale paesaggio ed eccellenze enogastronomiche.

Si conferma il peso specifico dell’Associazione Italiana Sommelier, non solo nel contesto vitivinicolo e agroalimentare, ma anche in un’ottica culturale, con il coinvolgimento nella propria attività divulgativa di importanti realtà istituzionali italiane.
La Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio, l’evento culturale più importante e significativo che AIS organizza, è ritornata ad abbracciare il pubblico nella maniera più ampia possibile, incontrando gli appassionati, finalmente in presenza in tutta Italia, con numerosi appuntamenti previsti.
Sono stati quattordici i luoghi che hanno ospitato la manifestazione a cura dell’AIS, a cui si sono aggiunti differenti musei che hanno offerto iniziative collegate all’evento.
Conoscere i costumi di altri luoghi, riavvicinarsi alla tradizione enogastronomica, arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso il vino e l’olio, vivere il vino e l’olio come veicoli di storie, di pensiero e di ispirazione. Questi gli obiettivi della giornata.
Gli appassionati piemontesi sono stati convocati negli ampi spazi del Chiostro di San Sebastiano a Biella, in occasione dell’evento vinicolo BiWine – Biellese territorio diVino. Oltre ai banchi di degustazione, ha riscosso ampio successo l’approfondimento culturale curato da Mauro Carosso, delegato AIS Torino e responsabile dell’area didattica dell’AIS Piemonte, spesso presente sul Tg regionale per presentare le eccellenze vinicole della nostra regione ai telespettatori.
Due gli approfondimenti culturali previsti. Nel primo, Ilario Manfredini, storico dell’arte e sommelier AIS, ha intrattenuto il vasto pubblico sulla Sacralità del vino: la decorazione della cappella della comunità di Lessona a Oropa.
In considerazione della profondità filosofica, religiosa e artistica dell’argomento, Ilario Manfredini ha spaziato nei secoli, partendo dal rapporto tra vino e classicità – parlando del significato dei baccanali, e di come gli affreschi di Pompei e le meravigliose opere Tiziano e Giovanni Bellini dedicate al vino arrivino al cuore e alla mente – per arrivare al denso rapporto che è sempre esistito tra vino e sacralità – illustrando la crocifissione di Giotto della Cappella degli Scrovegni e altre opere che evidenziano la raccolta del sangue di Cristo che è vino e nutrimento per la fede, per, in seguito, illustrare la diversa iconografia del Nord Europa che utilizza il torchio mistico ove viene raffigurato Cristo che pigia le uve.
Il momento religioso e filosofico più profondo del rapporto tra vino e sacralità si raggiunge con le Nozze di Cana, raffigurata più volte nei secoli, con la rappresentazione forse più famosa nell’omonima opera del Veronese. Ma le Nozze di Cana sono anche rappresentate al sacro Monte di Oropa: la cappella che accoglie le sculture di Giovanni d'Enrico fu commissionata dalla comunità di Lessona, luogo importante della cultura enologica e della storia dell’Alto Piemonte. Vale la visita.
Roberto Marro, storico redattore della guida Vitae AIS e profondo conoscitore della storia vinicola e non solo, ha intrattenuto il pubblico su Storie, luoghi e personaggi nel «secolo d’oro» del vino biellese. Il secolo d’oro è il 1800, e diamo alcuni cenni dell’ampia trattazione di Roberto Marro, con l’invito ad approfondire per coloro che fossero interessati.
Domenico Milano, biellese, membro dell’Accademia di Agricoltura di Torino, è il primo teorico biellese del metodo scientifico applicato alla vitivinicoltura tradizionale nonché sostenitore del liberismo in agricoltura.
Filiberto Avogadro di Collobiano è stato un grande protagonista del periodo risorgimentale. Primo segretario di gabinetto di Carlo Felice, Ambasciatore straordinario presso la Santa Sede, Senatore del Regno dal 1847 fino alla morte. Avogadro crea a Montecavallo una moderna azienda agricola, ricostruendo il vigneto e creando un «podere modello» secondo i criteri dell’Associazione Agraria Subalpina di cui fu uno dei fondatori.
Giovanni Pietro Losana, vescovo di Biella, si adopera per la diffusione della migliore cultura economico-tecnico-agraria del suo tempo. Nel 1838 fonda la Società d’Incoraggiamento dell’Agricoltura, Arti e Mestieri nella Città di Biella. Nel 1843 dà vita alla Società di Mutuo soccorso tra operai e crea il Comizio Agrario di Biella. Nel 1856 è tra i principali artefici della fondazione della Cassa di Risparmio di Biella.
Don Paolo Antoniotti è una figura fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura nel Biellese. Amico personale di Quintino Sella, agronomo di valore, fondatore della rivista L’agricoltura, organo del Comizio Agrario biellese, s’impegnò a diffondere le più moderne tecniche di coltivazione, fondando scuole agrarie e pubblicando trattati di viticoltura ed enologia.
Infine, Felice Sperino, medico e professore universitario, con la passione «scientifica» per la viticoltura, alla quale nel tempo si dedica in maniera continuativa. Numerosi gli studi e l’attività editoriale sulla viticoltura: particolare importanza assunsero gli studi sulla fillossera e gli antichi vitigni scomparsi dell’Alto Piemonte.
Nel contesto delle celebrazioni, si è tenuta la cerimonia di consegna dei diplomi del Master sui territori del Nebbiolo – Alto Piemonte, occasione formativa che, oltre agli indispensabili approfondimenti tecnici, ampelografici e sensoriali, dedica ampio spazio alla storia dei vini regionali e alle reciproche relazioni culturali con i territori di riferimento.
Paolo Manna
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