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Turismo nel Paesaggio Rurale italiano: l'infinito spettacolo della Val Pusteria

Sabato, 13 Giu 2020 - 0 Commenti

Volando sopra alla "verde valle" dell'Alto Adige, si riconosce in modo sorprendente la Val Pusteria. Un itinerario piacevole e rilassante, con dolci pendii e antichi villaggi dove vecchi riti e tradizioni scandiscono un tempo rimasto “antico”, suggerito ancora dalla natura.

È uno spettacolo infinito, in uno scenario da favola, quello offerto dal paesaggio altoatesino delle Dolomiti: montagne che cantano, così come i ruscelli dei fondovalle, le cascate che spumeggiano, gli animali della foresta. Laghetti alpini pieni di fascino, vallate verdi e selvagge, minuscoli paesi, quasi nascosti, nella ricchezza di prati, campi, boschi e macchie di baite, malghe e masi arrampicati, che ogni stagione dipinge di colori pittoreschi.

E poi i campanili a cuspide o a cipolla delle chiesette disperse e deliziose, nel verde, tra sentieri belli ed eleganti, tra fiori e romantiche staccionate di legno, custodi di passeggiate e silenzi. Le case presentano una bellezza contadina e i giardini i colori della campagna.

Sono tanti i campanili che si incontrano, strutture antichissime e ricche di storia, veri e propri gioielli architettonici che fanno parte e dominano il paesaggio altoatesino, custodi di cultura e ricchezze millenarie.

Ma ci troviamo anche in una terra di monasteri, eremi e conventi, castelli e fortezze, che conservano affreschi e altre opere di grande valore artistico e storico, appartenenti a tutte le culture europee, uno scenario unico per chi ama vivere la montagna, restare in relax, ma anche di arricchimento culturale.

Prima di intraprendere il nostro viaggio vorrei soffermarmi sull’architettura rurale dell’intero Trentino Alto Adige e precisamente sul Maso, la tradizionale costruzione rurale, tutta di legno su una base di pietra, balconi fioriti di gerani, che sin dal Medioevo, ospitava, in tutte le valli, la vita dei contadini.

Non dobbiamo dimenticare che questa regione, prima dello sviluppo del turismo, si fondava principalmente sull’agricoltura.

Un piccolo nucleo abitativo nel quale si svolgeva un’interessante forma di economia chiusa, autosufficiente. Ne esistono, ancora, parecchi, soprattutto in provincia di Bolzano, oggi destinati a strutture ricettive o agriturismi di qualità.

Composto da una casa, un fabbricato con stalla e fienile, un granaio, un forno, una fontana, un orto, e talvolta da un mulino: da tutto questo il contadino ricavava il necessario per il sostentamento del nucleo familiare.

Una vita dura e aspra, nella solitudine dell’alta montagna, con le sole risorse dell’allevamento del bestiame e di una limitata agricoltura di montagna: mais, patate, cavoli, segale coltivate attorno al maso. In un nucleo  medio potevano vivere una decina di persone.

Questo patrimonio è potuto arrivare fino a noi grazie all’istituto del diritto germanico, secondo il quale ad ereditare, è  un unico erede. Si evita così la frammentazione nel passaggio tra generazioni. Vige il principio dell’indivisibilità. Si parla di “maso chiuso”.

Per sapere qualcosa di più è fondamentale una visita al Museo Usi e Costumi delle Valli, nella frazione Teodone, alla periferia di Brunico: attorno al Maso Mair Am Of sono stati riportati una ventina di edifici rurali, masi originali, malghe, fienili, mulini, botteghe artigiane. Nell’edificio padronale del XVI sec. e nell’adiacente rustico sono raccolti attrezzi domestici e agricoli della civiltà di montagna dei secoli passati. Interessante testimonianza della cultura rurale dell’Alto Adige.

Intraprendiamo, ora, il nostro viaggio in Val Pusteria, da Rio Pusteria a San Candido (Bolzano), in un itinerario piacevole e rilassante, con dolci pendii e antichi villaggi dove vecchi riti e tradizioni scandiscono un tempo rimasto “antico”, suggerito ancora dalla natura.

La valle, in inverno, è un paradiso per gli sciatori, soprattutto per i fondisti, mentre la sinfonia dei colori delle altre stagioni diventa un’occasione imperdibile per un visitatore attento che ha voglia di silenzi, di paesaggi incontaminati, di armonie della natura.

Lasciamo la tirolese e pittoresca Vipiteno (prima immagine), con le sue luccicanti insegne, i palazzetti medievali coi balconi colmi di fiori, l’affascinante Torre delle Dodici e ci dirigiamo verso Sud. Prima di entrare in Val Pusteria è consigliabile una sosta presso il monumentale complesso di edifici dell’Abbazia di Novacella, una struttura incastonata in uno stupendo  paesaggio caratterizzato dai celebri vigneti che producono il celebre Sylvaner, a poca distanza da Bressanone.

L’abbazia dei canonici regolari di Sant’Agostino fu fondata nel 1142 e da quasi 900 anni i canonici si dedicano, tra l’altro, anche alla conduzione dei poderi di loro pertinenza, in particolare dei vigneti e della rinomata cantina di vinificazione.

Merita, senz’altro, una visita il complesso abbaziale, una vera cittadella fortificata, considerata una tra le più alte espressioni di fede e di cultura.

Quando si pensa alla Val Pusteria, una delle vallate più belle delle Dolomiti dell’Alto Adige, saltano subito alla mente Marebbe e Plan de Corones, mete ideali per sciare d’inverno e fare trekking e arrampicate d’estate. Nella zona si possono ammirare le caratteristiche viles, piccole borgate ladine con agglomerati di masi, in gran parte originali e molto suggestivi.

Ci sono però altri luoghi meravigliosi che vale la pena di scoprire come la meno nota Valle di Anterselva che dai pressi di Brunico risale fino ad Anterselva. Si tratta di una vallata insolitamente ampia e dalle molte risorse. I paesaggi sono particolari come la sua conformazione: prati verdissimi e spazi ampi in una valle praticamente pianeggiante, al più dolcemente ondulata, punteggiata da case e cascine e interrotta da piccolissimi borghi e paesini. Da entrambi i lati le montagne si inerpicano verso cime rocciose splendide, offrendo uno dei più caratteristici spettacoli delle scintillanti vette dolomitiche.

Brunico è il centro turistico e storico principale della Val Pusteria, si trova lungo il fiume Rienza, a 830 metri s.l.m., cittadina dall’atmosfera un po’ asburgica e dai colori tirolesi, elegante, che custodisce nel centro un vero tesoro, nascosto da una bastionata di edifici. Per comprendere l’organizzazione urbanistica e i valori storico- architettonici del centro antico basta imboccare la Via Centrale, una strada curvilinea con facciate merlate, movimentate da bow-window, ingentilite, talora, da affreschi allegorici o con soggetti religiosi, vivacizzate da squillanti gerani, e poi, pittoresche insegne in ferro battuto, botteghe artigiane e caffè molto animati.

Città murata di pietra e di legno, annessa al Castello medievale soprastante,  fu rinnovata nel corso dell’Ottocento, passando da “tipica città agricola di carattere nordico” a città climatica alpina, fino ad assumere valenza turistica nel corso del XX secolo. Al cuore del centro antico si accede attraverso quattro porte, tutte munite di suggestive torri di tipo nordico, ingentilite da affreschi.

Ci dirigiamo verso l’Alta Val Pusteria, tra scenari di paesaggio meravigliosi e vallate laterali che meriterebbero una sortita, Val Badia, Val di Tures, ma arriviamo nel Parco naturale Frenes-Sennes-Bràies, tra praterie incantevoli e distese di conifere. E all’improvviso, nascosto fino all’ultima curva, come per incanto, davanti ai nostri occhi, un angolo di paradiso: il Lago di Braies.

È uno dei laghi più suggestivi dell’Alto Adige, immerso in un paesaggio da favola, le acque hanno colori che vallo dal verde smeraldo al turchino, al blu profondo. Siamo a 1500 m s.l.m., e attorno uno scenario dolomitico straordinario si rispecchia magicamente: la Croda del Becco (2.810 m.) che fa da maestosa quinta e la Croda Rossa (3148 m.) le cime più alte, a un passo dal cielo!

A proposito, molte scene della serie televisiva “A un passo dal cielo” con Terence Hill sono state girate proprio qui.

Boschi stupendi fanno corona al lago, lungo un chilometro e largo fino a 400 metri, da percorrere su un facile sentiero lungo le rive, ma, per godere appieno del suo silenzio e del suo incanto, si può affittare una barca, unicamente a remi.

Torniamo sulla statale della Val Pusteria e in breve tempo si giunge a Dobbiaco (1240 metri s.l.m.).

Dobbiaco è straordinaria, ti tempra corpo e anima…” con queste parole, il famoso compositore Gustav Mahler celebrava la straordinaria bellezza della ”Porta delle Dolomiti”, dove soggiornò dal 1908 al 1910.

Il centro storico è dominato dalla chiesa barocca di San Giovanni Battista: distrutta da un incendio fu ricostruita a fine ‘700 ed è ricca di statue, di stucchi e di pregevoli dipinti. È considerata la chiesa barocca dal più alto valore storico-culturale dell’intera Val Pusteria. Attorno alla chiesa è raccolto il nucleo più antico delle case di cui si parla, per la prima volta, in un documento del IX secolo, con il nome di Duplago, prospero centro sulla Via d’Alemagna. Adiacente alla chiesa, il Castello del 1500.

La natura domina il paesaggio tra il Parco Naturale di Sesto con le Tre Cime di Lavaredo e quello di Farnes-Sennes e Braies.

Attrazione principale è senza dubbio il pittoresco Lago di Dobbiaco, a sud della cittadina, da cui si osserva un paesaggio dolomitico pieno di fascino. Siamo nella direzione di Cortina d’Ampezzo, la capitale mondana delle Alpi. Proseguendo, si incontra il Lago di Landro, con una magnifica vista sul gruppo del Cristallo e da un punto panoramico, si possono ammirare le leggendarie e affascinanti Tre Cime di Lavaredo.

Ora, si punta su San Candido, per visitare la più importante costruzione romanica del Tirolo e delle Alpi orientali, la Collegiata dei Ss. Candido e Corbiniano, ex monastero benedettino fondato nell'VIII sec..

La cittadina è deliziosa, case con muri spessi e finestre piccole… una difesa contro il freddo invernale, pareti intonacate con cura, calde stuben all’interno, che odorano di legno, sui balconi intagliati e ai davanzali vasi di rossi gerani. Tutt’intorno, prati splendidi e abetaie, e, guardando verso il cielo mi vengono in mente i versi del cantore tedesco Heinrich Heine: “Alto Adige, una fiaba invernale”. Qui lo sci di fondo è romantico e fantastico, puoi sciare nel silenzio, a saliscendi, sotto le rocce o tra gli abeti, al sole nelle distese aperte, lungo i 42 chilometri che collegano San Candido a Cortina, ma nei mesi estivi sei ospite gradito nella “valle più verde dell’Alto Adige”.

E come se le emozioni non fossero bastate, risaliamo la valle, ai confini con l’Austria, per provare l’ultima emozione, ai 1.660 m.s.l.m. di Sesto, per godere della bellezza del maso più antico della valle, il Tschurtschenthaler, del 14° secolo, un “maso ereditario”, con vista impressionante sulle Dolomiti, un’antica stube con cucina contadina tirolese e la possibilità di addormentarsi nel silenzio di una natura che qui si chiama “Paradiso”.

Reportage di ANDREA DI BELLA