Territorio & Eventi

Monferace en Primeur annata 2018, il Grignolino del Monferrato Unesco

Scritto da Paolo Manna Mercoledì, 9 Nov 2022 - 0 Commenti

Il ritorno del Grignolino al suo spirito antico, nobile ed elegante presentato al Castello di Ponzano (Alessandria) nell'imponente dimora medievale nel cuore del Monferrato nonché sede dell'Associazione Monferace costituita nel 2016

Dopo lo stop imposto dalla pandemia, i produttori che aderiscono all’Associazione Monferace sono tornati ad esprimersi in grande stile, in occasione dell'evento Monferace en Primeur, organizzato presso il Castello di Ponzano, dimora storica e sede dell’Associazione, documentato per la prima volta nel 1014, circondato da magnifici giardini di carattere tardo rinascimentale.

Il Castello si è vestito a festa per ospitare oltre trenta giornalisti e wine expert, chiamati da tutta Italia, per scoprire le caratteristiche del Monferace: il Grignolino invecchiato.


 

Il Monferace consente il recupero del posto che spetta al Grignolino sul proscenio dell’enologia piemontese ed italiana: il Grignolino invecchiato era il preferito del Re Umberto I e per secoli fu cercato ed amato anche da tante corti italiane ed europee. Tradizioni storiche importanti, come rileva Guido Carlo Alleva, Presidente dell’Associazione Monferace e proprietario di Tenuta Santa Caterina: “…non abbiamo dovuto inventare nulla, si tratta di un recupero di tradizioni storiche, ben conosciute dai vecchi del luogo, dai veri esperti e dagli appassionati di Grignolino”. Da queste basi parte il progetto del Monferace, patto tra vignaioli che mira al recupero di un vino storico, che nasce dal vitigno più autoctono del Monferrato.

I dodici soci amano la terra del Monferrato e si sono uniti per passione comune, non solo per il Grignolino, ma verso le tradizioni, le culture e la natura monferrina per un’iniziativa dal forte valore culturale e turistico, come ben evidenzia il nome Monferace, antica denominazione del Monferrato, coniata dal geografo Leandro Alberti autore nel 1550 del “Descrittione di tutta Italia”, opera che ambiva descrivere le singole parti che componevano il bel paese come insiemi geografici, culturali, storici, produttivi ed umani.

Il grignolino invecchiato per potersi fregiare dell’etichetta Monferace, deve attenersi alle regole stabilite dall’Associazione: prodotto esclusivamente nelle migliori annate, può essere immesso sul mercato solo dopo un periodo minimo di affinamento di 40 mesi, calcolato dal 1° novembre dell’anno di vendemmia, di cui almeno 24 mesi in botte di legno. I vigneti iscritti devono essere impiantati su terreni calcarei-limo-argillosi, nelle varie combinazioni, anche con presenza naturale di sedimenti sabbiosi. Le superfici vitate si sviluppano in 24 comuni del Monferrato Aleramico e devono essere a giacitura esclusivamente collinare, con esposizione idonea ad assicurare la migliore maturazione delle uve. Inoltre, il numero di ceppi per ettaro non può essere inferiore a 4.000; la resa massima di uva non deve essere superiore alle 7 tonnellate per ettaro.

Aspetti non secondari anzi fondamentali, il Monferace è l’espressione più autentica del territorio che speriamo si manifesti oggi nei vini dell’annata 2018 e che continui a farlo in futuro. La 2018, proprio per le sue caratteristiche, si presenta come un’annata tra le più coerenti con la storia del Monferace, abbiamo rossi di grande eleganza e dal lungo potenziale di invecchiamento" ha commentato all’apertura dell'evento Guido Carlo Alleva (nella foto che segue)

A testimonianza dell’importanza che il progetto riveste per i soci, e del sentimento che vi pongono, troviamo gli investimenti e gli studi che i soci sono stati disposti a intraprendere, altri ne sono previsti nel prossimo futuro, in varie direzioni per cercare l’autenticità del Grignolino e portarla nel bicchiere. Il rapporto del Grignolino con il territorio è concreto, profondo. Il Monferrato si può scoprire, forse si deve, attraverso la bottiglia del suo vitigno più autoctono, al cui interno si ritrovano tutti gli elementi che costituiscono il paesaggio viticolo e urbano nonché lo spirito, la cultura e le anime che curano il territorio e la comunità.

L’Associazione Monferace ha condotto uno studio approfondito del suo parco vitato impegnandosi in una mappatura dei vigneti dedicati alla produzione del Monferace osservando che tra gli stessi sono presenti cloni di Grignolino del 1936 (Cascina Faletta) e del 1961 (Accornero); più recentemente, nel 2020, l’azienda Saulin ha piantato 45 cloni che derivano da una selezione di cloni degli anni Novanta. Un’attività di tutela che consente lo studio di un territorio volto alla comprensione dei suoli e di quale siano i cloni più performanti negli stessi, alla ricerca della massima qualità.

Sulle diverse tipologie di terreni il geologo-sedimentologo Alfredo Frixa, in occasione di Monferace en Primeur, ha presentato il lavoro incentrato sui vigneti a Grignolino Monferace, utilizzando i dati e i campioni di terreno forniti dai 12 produttori coinvolti nel Progetto. Lo studio è parte integrante del progetto denominato “Geologia e vini: Il Mare nei Vigneti”, finanziato dal Consorzio colline del Monferrato Casalese, che ha lo scopo di fornire ai produttori una corretta definizione geologica del substrato dei loro vigneti.

L’ Associazione Monferace non dimentica che il Monferrato è inserito nel territorio Unesco che punta a valorizzare e preservare i paesaggi. Ha quindi voluto sottolineare l’importanza del paesaggio chiamando Mario De Vecchi, Professore Associato dell’Università degli studi di Torino (DISAFA), che nel suo intervento ha tenuto a precisare che “Il paesaggio rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa … e in ogni luogo è un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni. Il paesaggio coopera all'elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell'Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell'identità europea.

Il Monferrato è anche il territorio della "Pietra da Cantoni”, in cui sono stati scavati gli Infernot, uno dei sei elementi che fanno parte de "I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato", iscritto alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 22 giugno 2014 “Quello del Monferrato è parte di un sito UNESCO da valorizzare e da raccontare, proprio come in questa giornata di cultura e di sviluppo territoriale promossa dall’Associazione Monferace” ha dichiarato il Claudio Cerrato, Direttore dell’Associazione Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato.

Alla fine della giornata sono arrivati i protagonisti: i vini, dei quali presentiamo una breve descrizione.

Monferace 2021 di Cinque Quinti, troppo giovane per trarre giudizi precisi, ma i profumi e il sorso composto tra tannini e acidità dimostrano la stoffa adatta ad una perfetta evoluzione.

Annata 2020. Monferace 2020 di Cascina Faletta: giovane, fresco, sorso fruttato e di ottima bevibilità. Promette molto bene. Monferace 2020 Hic et Nunc, anch’esso giovanile, di estrema bevibilità, sorso che si poggia sulla materia fruttata che si integra con tannini e freschezza.

Monferace annata 2018. Il Golden Arbian Monferace 2018 della Tenuta Paolo Angelini si presenta in equilibrio tra struttura, potenza, trama tannica e finale sapido. Bricco del Bosco Vigne Vecchie Monferace 2018 dell’Azienda Accornero evidenzia tannini potenti ma vellutati, ottimo equilibrio, precisione, eleganza, e deliziose note balsamiche al naso. Uccelletta Monferace 2018 dell’Azienda Vicara presenta aromi pepati, fruttati. Il frutto si allinea alla sostanza tannica presente e fitta. Il Monferace 2018 di Tenuta Santa Caterina declina sentori di fiori, frutta, balsamici e speziati. Sorso carnoso, ricco ed elegante. Un pizzico di affinamento per renderlo affascinante. Il Monferace 2018 della Tenuta Liedholm denota un’ottima bevibilità declinata su un sorso fruttato, composto e fine. Il Monferace Brasal 2018 di Agricola Sulin presenta sentori fruttati, speziati e balsamici. Sorso materico, polposo ed elegante.

Annata 2017. Il Monferace 2017 della Tenuta Tenaglia è luminoso, fresco con sentori di eucalipto, fiori di pesco, e spezie. Molto elegante. Tenuta Alemat sfoggia tanti tannini, sorso fruttato, fresco ed elegante.

Il Monferace 2016 dei Fratelli Natta è lungo e persistente. Naso con aromi di frutta rossa, rosa canina e chiodi di garofano. Tannini e acidità presenti e gradevoli. Sorso elegante.

Il Monferace è il Grignolino che si veste con l’abito elegante da sera, che incontra il crescente favore degli appassionati e degli operatori.

Paolo Manna

Foto di copertina tratta da https://www.facebook.com/Monferace