Territorio & Eventi

La "la lunga estate calda" di Cinaglio

Martedì, 25 Ago 2020 - 39 Commenti

Un Comune costantemente alla ribalta: molte notizie e l’umilissima opinione di chi scrive…

Recentemente assurto ai (talvolta poco onorevoli) “onori delle cronache” per la contestata installazione di un antennone telefonico (la cui erezione sarebbe – a detta dei pugnaci oppositori - più funesta della Torre di Sauron a Mordor), il Comune di Cinaglio, un comune piemontese di 430 abitanti della provincia di Asti, si segnala per la propria intraprendenza con la recente aggiudicazione di un bando del G.A.L. finalizzato alla riqualificazione del cosiddetto “Giardino del Parroco”.

“Il vecchio giardino della casa parrocchiale – spiega il sindaco Flavio Miniscalco – sarà trasformato in un giardino pubblico: vi si accederà per mezzo di una passerella, sarà abbellito mediante la cura delle piante esistenti e tramite la piantumazione di nuove specie, completato da una serie di panchine e da una nuova recinzione. L’area verde sarà una piccola oasi di pace per i nostri cittadini e per chi vorrà visitare il nostro paese. Il costo totale dell’operazione supera peraltro i 25.000€ ottenuti dal bando G.A.L.  La realizzazione del Giardino si inserisce nell’ambito di un più ampio progetto di riutilizzazione della casa canonica e delle sue pertinenze reso possibile dalla Diocesi di Asti e dal nostro Parroco, Don Lorenzo Mortara: ricordo, infatti, che dei locali suddetti è stato concesso il comodato d’uso pluriennale. La fattiva collaborazione col nostro Vescovo, Monsignor Marco Prastaro, si concretizzerà, inoltre, attraverso l’intervento dello stesso Ufficio tecnico diocesano al fine di ottimizzare progettazione e realizzazione dell’opera”.

Chiedo al Sindaco se risultati come questo oppure il recente acquisto di uno scuolabus (nell’ambito del piano di valorizzazione del plesso scolastico cinagliese) abbiano contribuito a svelenire il clima di contestazione generale creatosi in paese per l’”affaire-San Felice” (la pieve romanica nelle vicinanze della quale si andrebbe a installare l’antenna-Wind, N.d.A.) e sfociato in una petizione popolare di protesta firmata da quasi un centinaio di cittadini:

“Non posso che augurarmelo, perché di tutto questo paese ha bisogno fuorché dell’ennesimo pretesto per dividersi. A giorni incontrerò una delegazione dei Firmatari al fine di spiegare meglio loro la ratio del nostro progetto, finalizzato a dotare il Comune di Cinaglio di un sistema di comunicazioni decente e adeguato ai tempi. La scelta del sito è stata dolorosa, ma necessaria: l’unica praticamente possibile di un lotto di tre scelte papabili. Mi auguro che da un confronto franco e onesto possano uscire idee capaci magari di migliorare il nostro progetto, spegnendo l’eco di polemiche sterili: specifico che, così come richiesto dai Firmatari stessi, un incontro pubblico con l’intera popolazione sarebbe stato poco produttivo ai fini del raggiungimento di una soluzione di compromesso”.

Paolo Ferrero

POSTILLA

Proprio “al momento di andare in stampa”, apprendo da un quotidiano locale (“La Voce di Asti”) che il succitato summit fra Comune e Firmatari è saltato.

Il Sindaco esprime in un comunicato-stampa “il rammarico per il mancato confronto: un’altra occasione di dialogo perduta con chi pretende, fra l’altro, di dettare perentoriamente le modalità di un incontro”.

Da parte loro, i Firmatari della petizione stigmatizzano negli atteggiamenti del Comune stesso una palese volontà di non cercare una mediazione qualsivoglia, individuando poi nella condotta specifica del Sindaco Miniscalco un’attitudine autocratica “che non tiene conto di valori democratici per noi irrinunciabili”.

A modesto parere di chi scrive, “nihil sub sole novi” ("Non v'è nulla di nuovo sotto il sole"). Da parecchi anni risiedo, infatti, in questo paese e da parecchi lustri lo ricordo ciclicamente agitato da risse ricorrenti, sfociate spesse volte in odî implacabili (talvolta prodigiosamente ricomposti, peraltro, “nello spazio di un mattino” in nome di una superiore Ragion di Stato) che hanno contrapposto l’istituzione comunale in quanto tale (chiunque ne fosse il Sindaco) a fasce di popolazione or più or meno larghe, ma sempre e comunque ostili, tenacemente ostili,  nei confronti dell’operato del Moloch municipale. Un periodico gioco al massacro, insomma, che – visto col doveroso récul – mi appare stucchevole quanto il remake di un vecchio film, già noioso del suo e recitato per giunta dai medesimi, immarcescibili attori: “I Rièccoli” – mi verrebbe da dire - di montanelliana memoria…

Finale retorica: se auspico da un lato che – messe da parte meline e schifiltosità – le parti addivengano a una ragionevole composizione dei contrapposti interessi (a cos’altro serve la Politica seria?), dall’altro temo che circa questo complicato inghippo troveremo di che scrivere per tanti articoli ancora. Se sosteneva, infatti, il moralista francese François De La Rochefoucauld che “Le guerre non durerebbero tanto a lungo se le ragioni stessero da una parte sola”, non si dovrebbe dire lo stesso dei torti? Quei teneri, amabilissimi torti a cui siamo così gelosamente affezionati da non ammetterli, da non confessarli mai: neppure sotto tortura!

Venata com’è di scetticismo, la mia conclusione suonerà semplicistica, probabilmente banale: ma - intrisa com’è di fegatosi egoismi o indomite smanie di protagonismo e al netto dei più altisonanti proclami - non è forse banale, squallidamente banale, ogni realtà in sé?

(P.F)