Economia & Lavoro

Il Monferrato acquese al suo massimo, tra bellissimi paesaggi e buon vino (VIDEO)

Lunedì, 5 Ott 2020 - 3 Commenti

Tra le colline dell’Alto Monferrato in uno straordinario paesaggio di vigneti tra le province di Alessandria ed Asti sorge il paese di Alice Bel Colle. Ed è qui che dal 1955 i 100 soci della Cantina Alice Bel Colle scrivono insieme la loro storia...

Qualche tempo fa, nel corso di un evento, sentii Daniele Cernilli, forse il più influente wine expert italiano, affermare che i vini, spesso, assomigliano al carattere di chi li produce e al paesaggio dove l’uva è coltivata.

Nel corso del webinar di presentazione dei vini della cooperativa Alice Bel Colle, dall’omonimo paese nell’Alto Monferrato Acquese, più volte i sorsi di vino mi hanno riportato al paesaggio della zona, che vidi un pò di anni or sono.

La collina sulla cui cima sorge il paese si inerpica fino a 418 metri sul livello del mare, altezza che nelle giornate limpide, nelle quali la brezza che arriva dal Mar Ligure rende cristallina l’aria e “permette allo sguardo di abbracciare a 360 gradi un panorama che spazia dall’Appennino Toscano fino alle Alpi lombarde”, come ci riporta il presidente della Cantina Claudio Negrino.

Ma se lo sguardo vira in basso, gode di un panorama altrettanto intenso: la collina è circondata a 360 gradi dai vigneti coltivati a Barbera, Moscato e Brachetto, con qualche filare di Dolcetto, Cortese e Chardonnay (nella foto).

Il tutto immerso in un habitat ancora naturale, integro, lontano dal colore patinato da riviste alla moda che, qualche volta, i paesaggi di Langhe, Roero e Monferrato negli ultimi tempi tendono ad assumere.

La Cooperativa sorge nel 1955, a seguito della decisione di non dover più sopportare le condizioni imposte dai commercianti vinicoli che ai quei tempi spadroneggiavano nei vigneti piemontesi.

I cento soci viticoltori ambiscono, sin dal momento fondativo, a consolidare la forte identità enologica dell’Alto Monferrato Acquese, con lo scopo di valorizzarne la conoscenza presso gli estimatori.

Il parco vigneti è composto da 200 ettari coltivati a Moscato bianco, 60 ettari a Brachetto, 50 ettari a Barbera e i restanti 40 ripartiti tra Dolcetto, Chardonnay, Cortese e altre uve.

I cento soci, nel lavorare il territorio, inevitabilmente parcellizzato tra piccole proprietà, dimostrano di essere dei veri specialisti, che si prendono cura dei pochi ettari familiari, presidiando con costanza le terre e accudendo con ossessione manicale le viti, che conoscono una per una, in quanto sono parte della famiglia.

La scrupolosa cura si manifesta nella raccolta esclusiva a mano, l’unica in grado di selezionare i migliori grappoli, e la defogliazione manuale, una lavorazione dispendiosa ma fondamentale per ottenere grandi vini.

A oltre mezzo secolo dalla sua fondazione, la Cantina Alice Bel Colle si proietta nel futuro per occupare una fetta più ampia del mercato vinicolo piemontese. Ha innestato le marce alte della ricerca e sviluppo, con investimenti costanti nell’innovazione tecnologica e, sotto la guida di Beppe Caviola, uno dei migliori enologi piemontesi, ha introdotto nella gamma dei vini prodotti alcune novità.

I prodotti innovativi fanno riferimento a uve che il pubblico conosce sotto altre vesti. L’Asti Metodo Classico Dolce è un ritorno alle origini, prima che Martinotti inventasse l’omonimo metodo di rifermentazione in autoclave.

Le uve Moscato, in questo caso, sono rifermentate in bottiglia, nel freddo delle celle frigorifere, dove al medesimo tempo Alice Bel Colle riesce a mantenere un naturale residuo zuccherino e ad affinare sui lieviti il vino per almeno 12 mesi.

Si ottiene un prodotto longevo, nel webinar abbiamo degustato la vendemmia 2012 con sboccatura 2015, con ottime note, al naso e al palato, di canditi di agrumi, frutta secca e erbe aromatiche. Da abbinare con dolci anche più strutturati della pasticceria che accompagna, di solito, il Moscato.

Anche il Monteridolfo 2018 Acqui Secco guarda al futuro: Brachetto fermo e secco, che mantiene la parte aromatica che lo fa apprezzare ai suoi estimatori nella versione dolce, e che al contempo propone profumi floreali, geranio e rose, e di frutti rossi che siamo soliti trovare in vini rossi di maggior titolo alcolometrico e struttura. Vino molto interessante, ottimo con la cucina estiva ed esotica. Anche come aperitivo con un tagliere di insaccati e formaggi freschi.

A completare la presentazione Alix 2017 Barbera d’Asti Superiore, vino che richiama il nome che gli antichi romani diedero al paese, Al Casò 2019 Barbera d’Asti ottenuto dalle vigne della regione Casale del paese e il Dolcetto d’Acqui 2017 Coste di Muiran, anch’esso di provenienza da una particolare zona della collina di Alice Bel Colle.

Vini territoriali, che richiamano l’interpretazione più autentica di questi vitigni nel territorio dell’Acquese.

Vini strutturati e di ottima beva, che tengono alta la bandiera e l’onore del vino quotidiano, che non significa, se il vignaiolo è bravo, come lo sono i soci di Alice Bel Colle, vino banale.

Provate i vini di Alice Bel Colle e vi piaceranno. Se li degusterete nel bel territorio da cui provengono, vi stupiranno.

Paolo Manna

 

Nel video la passione dei 100 soci nel coltivare le vigne