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I "ciciu d'pera" che sta per "pupazzo di pietra" tra le maggiori attrazioni del Piemonte (VIDEO)

Scritto da Fabrizio Salce Martedì, 23 Feb 2021 - 4 Commenti

In provincia di Cuneo si trova la curiosa Riserva Naturale dei Ciciu del Villar. I “ciciu”, i famosi funghi di pietra, sono delle sculture morfologiche naturali il cui “cappello” è costituito da un masso erratico di grandi dimensioni ed il cui “gambo” è invece formato da terra e pietrisco.

Villar San Costanzo è un piccolo Comune della Valle Maira in Provincia di Cuneo di circa 1500 abitanti. 

Tanto piccolo quanto prezioso, se teniamo in considerazione che sul suo territorio possiamo trovare bellezze architettoniche e naturali uniche al mondo, alle quali si legano ben 13 secoli di storia. Ubicato ai piedi del monte San Bernardo Villar un tempo era popolato da giunchi e canne al punto che i Romani, i veri abitanti, lo chiamavano “Cannetum”. 

Furono però i monaci Benedettini i veri protagonisti di gran parte della storia di questa comunità.  I religiosi di fatto bonificarono e prosciugarono l’intero comprensorio territoriale.

A testimonianza della presenza dei monaci ancora oggi possiamo godere di un vero gioiello d’arte: l’ex Abbazia Benedettina situata presso la chiesa parrocchiale. Qui troviamo delle vere ricchezze storico architettoniche, come la cripta romanica e la cappella di San Giorgio (1467 – 1469).

Notevole è il contrasto tra i colori della cappella e la solennità senza tempo della cripta millenaria. L’atmosfera che si respira solletica il pensiero alle voci dei monaci in preghiera e ai loro canti gregoriani. 

Un’altra rilevante testimonianza del passato, tra le più antiche d’Europa, è rappresentata dal complesso monumentale di San Bernardo, uno dei più importanti esempi di architettura romanica dell’intera Provincia di Cuneo.

Frutto di fasi costruttive di epoche differenti, il complesso abbraccia vari secoli di storia che vanno dal XI al XIII secolo, in epoca romana, per giungere al XIV secolo in epoca gotica e oltre.

Una “Chiesa sospesa nel tempo” recita un opuscolo turistico; ma la definizione è più che mia veritiera per l’aura di mistero che avvolge il complesso: i simboli scolpiti nella pietra, i pallidi affreschi, la civetta sbigottita e il martirio di San Costanzo…non aggiungo altro per lasciare a voi futuri visitatori il piacere della scoperta.

Arrivo invece con grande enfasi a spiegare il significato del titolo di questo mio intervento. Villar San Costanzo è una località ricca di percorsi naturalistici che permettono ai turisti di godere appieno della possibilità di praticare differenti sport: trekking, equitazione, bouldering, downhill, mountain bike, parapendio, deltaplano, e meravigliose passeggiate tra i boschi.

Una di queste consente di veder da vicino i famosi “Ciciu” unici e bellissimi. Cosa sono i “Ciciu”? Sono antichissime formazioni geologiche costituite da un gambo argilloso e un cappello di pietra. Per gli occhi sono dei giganteschi funghi! Il nome “Ciciu” significa in dialetto popolare “pupazzo” mentre la loro storia risale a 15 mila anni fa al termine dell’ultima glaciazione.

E’ stato di fatti il costante movimento del terreno e l’erosione a plasmare e scolpire queste fantastiche opere d’arte naturali, uniche e affascinanti, romantiche e fantasiose. Se ne contano circa 400 e vivono una costante mutazione.

Sparse su di un’ampia area, riserva naturale, di 42 ettari queste sculture sono la cornice meravigliosa per una camminata nel verde, tra una flora e una fauna che presentano specie interessantissime da vedere e comprendere. Il sito è visitabile regolarmente, il percorso di facile attuazione e raggiungibile comodamente sia da sud che da nord. In zona poi non mancano le strutture per la ricezione turistica per pernottare e godere della piacevolezza della ricca cucina locale.

I “Ciciu” vi aspettano dunque a Villar San Costanzo, inseriteli come tappa privilegiata nei vostri programmi escursionistici della Provincia di Cuneo.

Io posso solo dire che meritano una vostra visita. Mi darete ragione.

                                                                                                                                               Fabrizio Salce

 

Scato di Daniele Di Novi postato su Fb