"Geremia... Pòv'ra bestia!": breve ricordo di Monsignor Vittorio Croce...
Ricevuto il sacramento dell’Ordine nel 1965 don Vittorio Croce, aveva poi officiato le parrocchie di Mombercelli, Agliano, Settime e San Marzabotto tutte in Provincia di Asti.
Già Vicario generale della Diocesi astigiana durante l'episcopato di Monsignor Ravinale, Don Vittorio Croce è morto lunedì scorso all'età di settantanove anni: era, infatti, nato nel 1941 a Camerano Casasco, nell'astigiano.
Ricevuto il sacramento dell’Ordine nel 1965, aveva poi officiato le parrocchie di Mombercelli, Agliano, Settime e San Marzabotto tutte in Provincia di Asti. Laureato in teologia, Vittorio Croce è stato autore di molti e apprezzati saggi, in materia scientifica, storica e artistica.
Eccone un mio personalissimo ritratto…
"Geremia... Pòv'ra bestia!": breve ricordo di Monsignor Vittorio Croce...
Di Don Vittorio Croce ricordo la straordinaria cultura unita (anzi, "congiunta", secondo la vulgata contiana) a un non comune senso dell'umorismo: due qualità che assai raramente vanno a braccetto.
Aveva per tanti anni officiato la parrocchia di San Nicolao a Settime d'Asti, vicino a casa mia: mi piace immaginarne le domeniche pomeriggio, trascorse meditando le opere di San Massimo il Confessore o questioni di soteriologia, assistendo alla partita di tamburello, cantando nei giorni di festa le canzoni della "nàja" nella pioletta del paese.
Lo ricordo, infine, durante una conferenza in città: parlando del profeta biblico Geremia, ne stava tratteggiando con l'abituale rigore la grande figura - tragica e malinconica, mite e timida - quando, interrompendo il flusso di pensieri e parole, fissò un punto vuoto nella sala e - come trasognato, folgorato da un'ispirazione viva e verace, tanto distante dalle gelide elucubrazioni degli atéliers teologici - esclamò nell'intraducibile pregnanza del dialetto: "Geremia... Pòv'ra bestia!".
La frase suscitò non solo lo scandalo di alcuni e l'ilarità di molti, ma anche lo stupore dei pochi che intuirono come quel prete - piccolo e cieco come un talpone, lui e il suo vistoso parrucchino - avesse sì dolentemente colto l'inesausto sgomento dell'uomo di fronte all'abisso di Dio...
Paolo Ferrero
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