Cultura & Spettacoli

Dal Montalbano di Camilleri al Lamanna di Savatteri: “Màkari” su RaiUno

Scritto da Andrea Di Bella Venerdì, 12 Mar 2021 - 0 Commenti

Ispirata ai gialli trapanesi di Gaetano Savatteri, la fiction "Màkari" andrà in onda su RaiUno dal 15 marzo, girata in altri luoghi meravigliosi della Sicilia, attorno alla pittoresca San Vito Lo Capo e alla selvaggia Riserva Naturale dello Zingaro (Trapani).

La produzione è della Palomar, la stessa casa di produzione cinematografica e televisiva del “Commissario Montalbano” e de “I Delitti del BarLume”, con il supporto della Trapani Film Commission.

Il racconto televisivo è tratto da quattro opere letterarie di Gaetano Savatteri, scrittore e giornalista, nato a Milano nel 1964, trasferitosi poi con i genitori in Sicilia, a Racalmuto, dove fonda nel 1980 il periodico “Malgrado tutto”, su cui scrivono anche Camilleri e Sciascia.  Ha in seguito collaborato, dopo il suo trasferimento a Roma, al Tg3 e dal 1997 è parte dello staff del Tg5. La fiction vanta la regia di Michele Soavi. Protagonista della serie il noto attore siciliano Claudio Gioè.

Il titolo della serie, in onda su Rai Uno, è “Màkari”. Sono 4 puntate di cui le prime 2 andranno in onda il 15 e 16 marzo, in prima serata.

Il poliziesco racconta le indagini di un ex giornalista, Saverio Lamanna, interpretato da Claudio Gioè, che, rimosso dal suo incarico a Roma (incaricato dell’ufficio stampa di un sottosegretario), si ritrova detective, casualmente, nella sua terra natia.

Dov’è girato? In un angolo di Sicilia affascinante, a dir poco magico. Siamo in provincia di Trapani, nella cornice della stupenda Riserva Naturale dello Zingaro, tra San Vito Lo Capo,  Castellammare del Golfo e la Tonnara di Scopello.

Nel corso della presentazione alla stampa dei palinsesti Rai per la stagione televisiva 2020/2021 Savatteri aveva speso parole di elogio nei confronti di Andrea Camilleri e del suo Commissario Montalbano che aveva definito “personaggio insuperabile”.

E aveva anche aggiunto: “Io sono felice che la Sicilia continui a rimanere sugli schermi televisivi con i miei romanzi. Mi auguro che questa Sicilia di Lamanna possa avere una parte del successo di Camilleri. Voglio raccontare una Sicilia diversa rispetto a quella del passato, per motivi anche generazionali. La Sicilia del trapanese e del territorio di San Vito Lo Capo coi suoi dialetti è televisivamente meno conosciuta del Ragusano: con Camilleri è un felice passaggio di testimone. Lui è sempre stato generoso nei miei confronti e mi auguro che anche stavolta lo sia in questa staffetta".

Ancora una volta la Sicilia è posta, quindi, al centro di vicende investigative, stavolta lo scenario è quello trapanese, dei paesaggi di tonnara e delle torri di avvistamento, delle trasparenze caraibiche di San Vito Lo Capo e della Riserva Naturale dello Zingaro, dove il mare è protetto e l’ambiente costiero e marino si integrano alla perfezione.

Un paesaggio unico che fa da scena teatrale ai quattro episodi “gialli”, che vedono protagonista Saverio Lamanna, scrittore per vocazione e investigatore improvvisato.

Anche qui, come nelle storie di Camilleri, si indaga su misteriose sparizioni, su omicidi sanguinosi, sul mondo malavitoso e illegale delle scommesse clandestine, su morti imprevedibili.

I titoli dei quattro romanzi da cui sono tratte le puntate seriali su Rai 1 sono: “I colpevoli sono matti”, “La regola dello svantaggio”, “É solo un gioco” e “La fabbrica delle stelle”.

Naturalmente non può mancare l’innamoramento del commissario Lamanna: in questo caso lei è Suleima, una giovane studentessa di architettura che si procura da vivere lavorando come cameriera nel ristorante di Marilù, nella stagione estiva.

Ma anche l’intreccio di vecchie amicizie, come quella con Peppe Piccionello, personaggio caratteristico e molto singolare, a partire dal suo modo di vestire, sempre in pantaloncini corti e infradito, ma con una mente geniale e un modo di intercalare saggio e brillante. Saverio è sarcastico e realista, mentre Peppe fa da improbabile spalla al suo umorismo senza sosta, fatto di battute dissacranti, allusioni e controsensi.

E insieme, a fustigare tutti i luoghi comuni più pop e i pregiudizi che ruotano attorno alla Sicilia che in queste storie si fa metafora, specchio di un mondo di disuguaglianze e miserie.

Gli ingredienti ci sono tutti per anticipare il successo della fiction. Chiaramente, un discorso a parte è la location, davvero sorprendente: molti di quei luoghi, incontaminati e selvaggi, sono raggiungibili soltanto via mare o attraverso sentieri dove i profumi di mandorli, olivi e zagare si mescolano a quelli rari di palma nana.

San Vito Lo Capo è il capoluogo di questa bellezza nascosta e protetta a est dal Monte Cofano e a ovest dalla Riserva naturale dello Zingaro.

La Baia di San Vito è una lunga e candida mezzaluna che si bagna su un mare celeste come il cielo, quasi tropicale. Colori meravigliosi che forse è meglio scoprire fuori stagione, quando regala il meglio di sé, nella quiete di uno degli angoli più suggestivi dell’Isola. Questa è una terra generosa di dirupi che si tuffano nel mare o si inerpicano verso i monti, con una moltitudine di grotte e anfratti dove nidificano uccelli come la poiana, il nibbio, il falco pellegrino. Qui si celebra il couscous, il piatto di origine araba, con un Festival, a fine settembre, il “piatto della pace”, simbolo di integrazione, amicizia e unione.

La Riserva naturale orientata dello Zingaro è uno scenario impareggiabile, uno degli angoli più affascinanti della Sicilia occidentale. Istituita nel 1981, la zona protetta comprende circa sette chilometri di costa e i monti che la sovrastano. Il fascino deriva proprio dal contrasto che si crea tra la montagna e il mare e dalla varietà di ambienti che si incontrano scendendo, in meno di un chilometro, da un’altitudine di seicento metri fino alle acque del Mediterraneo.

È la costa ad offrire, ma solo a prima vista, le maggiori suggestioni: segnata solo da minimi insediamenti rurali, come l’antico villaggio di pescatori in Contrada dell’Uzzo, con l’immancabile vecchia torre di avvistamento e la vicina Tonnarella dell’Uzzo.

Ai confini della Riserva ecco il villaggio dei pescatori di Scopello e il borgo che sorge appena più in alto. In una favolosa caletta dominata da pittoreschi faraglioni e vigilata da un’antica torre di guardia costiera, ecco i resti, riqualificati, di una vecchia tonnara, già documentata sin dal 1580, con gli edifici della direzione, la cappella, i magazzini delle barche, il baglio entro il quale avveniva la lavorazione del pesce. Sembra che le reti debbano tornare ad essere calate in mare. Luogo magico. 

Castellammare del Golfo è lì, dietro quattro curve. È l’antico porto di Segesta, dominata dal castello con torre cilindrica e una prospettiva dall’alto davvero invidiabile. Il suo pittoresco porto a semicerchio è colorato da barche antiche e guardato a vista da pini marittimi che fanno da cornice a un mucchio di case addossate, tutto in salita, quanto mai pieno di fascino.

E poi, il piccolo borgo marinaro di Màkari, con la sua antica torre, sul golfo dominato dal monte Cofano, promontorio dolomitico a strapiombo sul mare della costa che arriva fino a Trapani. Sorge a pochi minuti dalla Baia di Santa Margherita, dai colori inimmaginabili, e dalla Cala del Bue Marino, eletta nel 2015 da Legambiente “La spiaggia più bella d’Italia”.

Da qui il sole rosso del tramonto sul mare è un’emozione per pochi. A breve distanza l’ex tonnara di Bonagia, oggi trasformata in una mecca dell’ospitalità, con hotel, ristorante, bar, negozi, spazi espositivi. Il profilo luminoso di  Trapani appare non lontano, sorvegliato da Erice, antico borgo che tra storia e leggenda, si dice sia stato fondato dal mitico Erice, nel VII sec. a.C.

Ricordate i vassoi colmi di arancini e cannoli siciliani che facevano venire l’acquolina in bocca nella fiction del Commissario Montalbano?

Beh, non credo che il detective Saverio Lamanna resti a bocca asciutta. Nel districarsi tra le sue inattese vicende investigative si lascerà, sicuramente, tentare da questa terra dove anche una semplice fetta di pane condita con olio e pomodori è qualcosa di speciale. Guardare per credere.

Andrea Di Bella  

 
 
                                                                             

Nella prima immagine La Baia di Màkari, nella seconda La Tonnara di Scopello dal Post di Trapani Film Commission – West Sicily