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Nanni (Caritas): "La nostra azione è verso i bisognosi, la gente pensa che sosteniamo solo gli stranieri"

Domenica, 14 Apr 2019 - 0 Commenti

“Con queste nuove tendenze politiche le offerte sono in calo. Aver omologato l’azione Caritas all’aiuto degli stranieri ha creato una situazione per cui molte persone non vogliono più collaborare".

Walter Nanni, responsabile Ufficio studi Caritas italiana, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sulla povertà in Italia. “Nel dibattito sulla povertà c’è troppa enfasi sulla dimensione lavorativa della povertà –ha affermato Nanni-. Un 30% ha un grave problema di lavoro, per il resto sono persone che hanno un’occupazione ma non riescono a far sopravvivere la famiglia. Noi abbiamo persone che chiedono aiuto che sono anziane, disabili, che non possono lavorare, persone con problemi di ludopatia, o che escono dal carcere. Il problema è complesso e invece si sta tutto sintetizzando come povertà=mancanza di lavoro”.

Sul reddito di cittadinanza. “Sicuramente sull’idea di un reddito di base siamo d’accordo –ha dichiarato Nanni-. Positivo che l’interruzione della misura, che nel Rei è di sei mesi, diventa soltanto di un mese. Però c’è l’enfasi sull’offerta di lavoro che devi per forza accettare. Quello diventa un boomerang perché diventa difficile accettare un’offerta di lavoro a 800 km da casa con stipendio basso quando hai famiglia e i figli piccoli, non vorrei diventasse un trucchetto per abbassare la platea degli aventi diritto. Ci vorrebbero investimenti più forti per arrivare a tutti i 5 milioni di poveri, di cui alcuni sono stranieri e lì bisognerà capire come verrà attuata la misura”.

Sull’iniziativa del vicesindaco di Trieste che ha gettato le coperte di un senzatetto. “Trovo questi atti estremamente vergognosi. C’è un’ondata di atteggiamenti di colpevolizzazione della povertà, si torna all’immagine vecchia secondo cui chi è povero se l’è un po’ cercata. Ci si dimentica che c’è stata una crisi economica. Poi molto spesso queste persone se hanno un figlio tossico, un disabile, sono pronti a chiedere un aiuto anche alla Caritas, che non fa differenze tra le persone. C’è anche ipocrisia. E’ buffo come ci si accanisca verso gli ultimi, laddove noi abbiamo problemi gravissimi come la criminalità organizzata. Difficilmente si vedono post indignati contro mafia e camorra rispetto a quelli che si vedono contro i poveri. Più il fenomeno è lontano dal nostro quotidiano meno lo percepiamo come problema, quando in realtà è molto più pericoloso e influente sulla nostra quotidianità”.

Aiuti in calo. “Con queste nuove tendenze politiche che abbiamo adesso si cominciano a cogliere segnali di riduzione di offerte, aiuti e disponibilità. Ci sarà sempre uno zoccolo duro di persone che offrono alla Caritas. Ma l’aver omologato l’azione Caritas all’aiuto degli stranieri ha creato una situazione per cui molte persone non rinnovano l’aiuto, preferiscono non collaborare. Diventa sempre più difficile intervenire in un contesto culturale che rema contro”.